In azienda spesso si parla di “gruppo” o di “squadra”, a volte si interpretano come sinonimi, ma in realtà sono profondamente differenti.
Una verità è che e a volte lavorare in squadra con i colleghi è alquanto complicato, e può portare a disgregazione, malumori e fallimenti.
Per capire meglio, la differenza tra “squadra”e “gruppo” ho fatto un po’ di ricerca e la risposta, e a mio parere più esaustiva, mi è arrivata da Julio Velasco, il famoso allenatore di pallavolo.
Come sempre Velasco riesce a dare indicazioni riferite allo sport che sono calzanti anche nel mondo del lavoro.
Dice Julio :
“un gruppo è un insieme di persone che si uniscono per fare una cosa in comune, l’esempio tipico è quello della classe del liceo, delle superiori…
…non ha dei ruoli chiari, anche se c’è qualcuno che quando parla viene ascoltato di più, ma senza avere ruoli istituzionali.
Di solito, non ha un obiettivo, convive e basta.
La squadra invece ha un obiettivo, un modo di giocare consapevole, e per fare questo ha dei ruoli, ben definiti e spesso non intercambiabili.
Noi lo diamo per scontato, ma all’origine di sport popolari come il calcio per esempio, non esistevano.
Un po’ come una partita tra bambini, che come si nota subito, non è una partita di calcio. Si mette una palla in centro e tutti corrono dietro alla palla stessa.
Questo perché non ci sono ruoli e non essendoci ruoli non c’è gioco.
I ruoli e sopratutto il rispetto degli stessi, si mette alla prova quando le cose vanno male.
Per esempio immagina una partita di pallavolo dove la nostra squadra sta perdendo. Ad un certo punto lo schiacciatore dice al palleggiatore: “senti, spostati che adesso palleggio un po’ io, che tu oggi fai schifo…”.
Magari se lo schiacciatore ha carisma o è amico del presidente, il palleggiatore si fa da parte…
…però spera che il compagno giochi male.
Questo crea un meccanismo subdolo in cui un giocatore spera che il compagno giochi male.
E sai perché lo pensa, invece di pensare a battere gli avversari?
Perché il compagno non ha rispettato il suo ruolo, perché il compagno ora è diventato avversario.”
E’ fondamentale essere chiari nello stabilire i ruoli.
Se non si è chiari per esempio, nello stabilire una formazione, chi gioca o chi sta in panchina, può succedere che, l’atleta in panchina speri che il suo compagno in campo giochi male, magari portando la squadra in svantaggio in modo da essere chiamato dall’allenatore per la sostituzione. Questo perché non ha compreso e accettato il suo ruolo.
Strano meccanismo mentale vero?
Velasco continua facendo l’esempio del tiro alla fune, che può sembrare il massimo esempio di gioco di squadra, di come insieme si ottiene un risultato, mentre in realtà non lo è.
Questo perché è troppo semplice.
Se ad una organizzazione diciamo, tiriamo tutti dalla stessa parte, questa è un’esortazione.
È come dire ad un bambino” Fai il bravo…”:
Cosa vuol dire fare il bravo? Bisogna essere più specifici, altrimenti lui farà dei disastri, ma nella sua testa penserà di star facendo il bravo.
Bisogna dare indicazioni più specifiche, entrare nei particolari in concreto, e con credibilità.
Da questo possiamo dedurre che è fondamentale il rispetto dei ruoli in azienda come la presenza di obiettivi, chiari, specifici e condivisi a tutti i livelli.
Senza questa condivisione e la presenza di leader che danno indicazioni specifiche, atte al raggiungimento dello stesso, non esiste gioco di squadra.
Permettimi alcune domande in conclusione:
- Nella tua azienda, si gioca in squadra o ognuno pensa solo al suo orticello?
- Il tuo ruolo è ben definito?
- Ti è mai capitato, di tifare contro un tuo collega e dimenticare il bene dell’azienda?