Daniele Murgia

Consulente Assicurativo, Trainer | Aiuto le aziende del settore vendita auto ad incrementare i loro margini.

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L’Aragosta di Adamo e Eva

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By Daniele Murgia SPUNTI, VENDITA E NEGOZIAZIONE

L’Aragosta di Adamo e Eva

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…oggi vorrei parlarti di Adamo ed Eva.

Non ti preoccupare, non voglio entrare nelle dinamiche della creazione, anche se il Creatore in questa storia c’entra eccome.

Adamo ed Eva, sono due colleghi di lavoro, esattamente due venditori di auto, due  consulenti, come si dice ora.

Ho deciso di parlare dei venditori di auto, vista la mia esperienza pregressa e attuale con i consulenti delle concessionarie, ma potrebbero essere tranquillamente due venditori di apparecchiature elettroniche, due venditori di un supermercato piuttosto che due agenti di commercio per un’azienda che vende servizi, il concetto fondamentale non cambia, ma veniamo ai nostri protagonisti..

Adamo ha iniziato a fare il venditore 25 anni fa, in un mondo completamente diverso, in un mondo dove bastava una stretta di mano per siglare un contratto, non esisteva Internet, non esistevano i lead, non esistevano i report ossessivi, gli obiettivi stressanti, non esisteva il marketing aggressivo con tutti i suoi prospect ecc…, sicuramente era tutto un po’ più fra “facile“.

Eva è una “millennian’“ e ha iniziato questa attività da soli due anni, con grandi  aspettative e fino ad ora ottimi risultati.

Chiaramente lei è entrata in questa nuova economia liquida in maniera totale e come dice il grande Sebastiano Zanolli, “L’economia attuale è come una piscina, se la vuoi capire bene ti devi immergere e necessariamente ti devi bagnare tutto.”

Per cui Eva, libera da ogni preconcetto e convinzione depotenziante, è entrata nel mondo della vendita utilizzando con profitto tutti questi nuovi strumenti, che invece il suo collega vede come delle grandi scocciature e spesso perdite di tempo, come capirai nel seguito della storia.

Tra i due si istaura subito un rapporto professionale molto proficuo, un po’ perché Adamo viene nominato tutor della ragazza, per creare in questa nuova collega una professionalità partendo da quasi da zero, un po’ perché Eva vede lui, oltre che un grande professionista, una memoria storica molto utile e che bisogna sempre tenere in grande considerazione nella vita professionale.

Ultimamente Adamo però non fa che lamentarsi, dando la colpa delle scarse performance attuali a tutta una serie di albi, tra cui queste nuove tecnologie, questi nuovi report che è obbligato a fare e  a tutte queste nuove regole a cui sottostare, che a suo dire gli portano via tempo prezioso e che sempre a suo dire  dovrebbe dedicare alla vendita diretta.

Eva intuisce il momento di difficoltà di Adamo e ne coglie l’evidente il disagio. A modo suo cerca di aiutarlo anche per il senso di gratitudine per tutto quello che lui ha fatto per lei quando era all’inizio della sua carriera.

“Insomma vorrei cercare di trovare il modo per aiutare il collega, chiaramente refrattario al cambiamento” pensa Eva.

Durante uno dei seminari a cui partecipa spesso, a volte sacrificando le poche Domeniche libere che le lascia questo lavoro, (fa questi sacrifici perché le è molto chiaro il concetto che: “Chi non si forma, si ferma!“), sente parlare della storia dell’Aragosta e del Creatore e pensa che possa essere la chiave giusta per dare una mano al collega in difficoltà e decide di raccontargliela con delicatezza e garbo.

Ti piacerebbe conoscere anche a te questa storia?

Bene, allora cercherò di raccontartela in maniera veloce.

Tanto tempo fa, quando il mondo era ancora nuovo, un’aragosta decise di chiedere udienza al Creatore, per  discutere con  lui di una questione importante.

“Con il dovuto rispetto” disse l’aragosta  “ vorrei lamentarmi per come ha progettato il mio guscio. Appena mi abituo al guscio, lo devo abbandonare per uno nuovo nuovo. Una scocciatura pazzesca e una grande perdita di tempo.”

“Capisco” disse il Creatore, “ ma ti rendi conto che è proprio perché cambi il guscio, che puoi crescere in quello nuovo?”

“Si, ma io mi piaccio così come sono!!!” disse l’aragosta.

“Bene”  disse sorridendo  il creatore, “ da oggi in poi il tuo guscio non cambierà più.”

L’aragosta andò via soddisfatta e per la soluzione, ma poi giorno dopo giorno, con il passare del tempo, il guscio diventava sempre più stretto, scomodo, fastidioso e a volte doloroso fino ad impedirle addirittura di respirare, costringendola a ritornare dal Creatore.

“Mi scusi, ma che razza di accordo abbiamo preso”, sospirò l’aragosta, “ il mio guscio continua a restringersi.”

“No” sorrise il Creatore, “lui è rimasto sempre uguale, sei tu che stai cambiando all’interno del guscio. E’ così che ho creato le cose, nessuno rimane sempre lo stesso, ma tutto cambia in continuazione e lasciare il tuo vecchio guscio, quando cresci è la possibilità più interessante  che hai , forse è scomodo, ma ogni crescita  porta con se la possibilità di un disagio,  insieme alla gioia  di poter scoprire cose nuove su se stessi.”

“Non si può avere l’uno senza l’altro.” sentenziò il Creatore, ponendo fine alla discussione.

Simpatica?

Ma torniamo ai due protagonisti.

 

Eva decide di raccontare la storiella ad Adamo durante una pausa pranzo, in modo molto leggero e senza pretese; Raccontata la storia si mette in attesa sperando di aver colto nel segno.

Qualche giorno dopo Adamo, durante una pausa caffè, la prende in disparte e le racconta che è rimasto molto colpito dalla storia  e che riflettendoci a fondo, si è sentito anche lui un pò aragosta.

Dice di aver provato un profondo senso di inadeguatezza e si è sentito molto a disagio per il suo comportamento.

“Adesso basta” ha detto a se stesso e da persona intelligente quale è, ha deciso di dichiarare a Eva che ha preso finalmente la decisione  di “cambiare”.

Sapientis est mutare consilium.(È proprio del sapiente mutare parere.)
Ma fa di più, umilmente le chiede una mano per capire meglio “ le nuove tecnologie”,  le nuove dinamiche di vendita e i nuovi metodi moderni, insomma come affrontare le nuove sfide della sua professione.

Si è reso conto  che in modo un pò approssimativo e miope aveva catalogato le novità e i cambiamenti  come ”scocciature”, e fermo sulle sue convinzioni depotenzianti aveva deciso che “ Queste novità a me  non  servono a nulla, io le auto le vendo da 25 anni, e queste cose non mi aiutano, anzi mi fanno perdere tempo.”

Ora invece è venuto il momento per lui di cambiare guscio.

Potete imaginare la gioia di Eva, che finalmente rivede il sorriso e la luce giusta negli occhi del collega e subito si adopera per  fissare degli incontri, nel tempo libero,  per insegnare al collega come muoversi nella vendita del nuovo millennio, finalmente ricambiando il grande sapere che aveva ricevuto da Adamo all’inizio della sua carriera.

 

Cosa ci portiamo a casa da questa storia?

Non poche cose, ma vediamole velocemente:

  1.  Il cambiamento è una porta che si apre dall’interno e a volte basta una metafora, a far girare la chiave nella serratura.
  2. Non è mai troppo tardi per cambiare.
  3. Un bagno di umiltà ogni tanto fa bene e chiedere aiuto chi ne sa più di noi non è  squalificante, anzi è segno d’intelligenza.
  4.  Il concetto per cui lo stimolo che spinge l’aragosta a crescere, nasce spesso dalla sensazione di disagio.

Frequentemente anche noi sfuggiamo dalle sensazioni di disagio, dalle paure, dallo stress, dal dolore, invece di affrontarle con serenità, considerandole parte integrante del cambiamento.
Questi momenti sono per molti di noi anche quelli di maggiore crescita, per cui se invece di resistere ai cambiamenti inevitabili, a spada tratta, resi miopi dalle nostre convinzioni, che fra l’altro difficilmente mettiamo in discussione, provassimo ad ascoltarli, a comprenderli e magari assecondarli, magari chiedendo a volte aiuto con umiltà, allora proprio grazie a queste difficoltà potremmo crescere ulteriormente.

Del resto Darwing affermava che:

“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.”

 

Pensa che se l’aragosta non cambiasse con fatica e disagio il proprio guscio, ogni volta nascondendosi fra le rocce dai predatori per tutto il tempo della muta, lasciando il vecchio guscio e sostituendolo con uno più funzionale alla nuova esigenza di vita e questo molte volte durante tutta la propria vita, non potrebbe essere una delle creature più longeve dei mari e arrivare a vivere fino a 70 anni.

Naturae Docet

E tu, il tuo guscio lo cambi ogni tanto?

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Global Safe Insurance Broker, Speaker Televisivo, Esperto di Crescita Personale e Professionale.

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