Daniele Murgia

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Sai comunicare con le parole?

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By Daniele Murgia MARKETING E COMUNICAZIONE, SPUNTI, VENDITA E NEGOZIAZIONE

Sai comunicare con le parole?

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Ciao.

Sicuramente sai che siamo gli unici animali sulla faccia della terra in grado di comunicare attraverso la parola.

La lingua non è un accessorio, è molto di più.

“La lingua è la proprietà Nucleare, che ci rende umani” 
Cit. Ali G (Sacha Baron Cohen)

Se hai un cane o un gatto, lo sai che non fanno semplicemente “BAU” o “ MIAO”.
In realtà hanno tanti BAU e MIAO diversi, ma non esiste nessun animale oltre a noi, ad avere la capacità di esprimere il pensiero e le proprie idee con la precisione semantica tipica di noi umani.

La Lingua cambia.

Vera Gheno, una studiosa della semantica, docente universitaria e membro del direttivo dell’Accademia della crusca, da cui ho preso spunto per questo post, sostiene nelle sue varie interviste e interventi al Ted, che le Lingue sono vive, sono come un grosso animale che si muove in continuazione.

Se pensi alla lingua che ci hanno insegnato a scuola, qualche anno fa, ti rendi conto che quella che si parla oggi è cambiata e si è modificata.

Ci insegnavano che le persone non si “arrabbiano” perché quello lo fanno i cani, ma si “adirano”, che si scrive “familiare” e non “famigliare”, ma se prendi una grammatica attuale o un vocabolario noterai che attualmente non esiste differenza tra le due forme, come ad esempio, per “obiettivo” e “obbiettivo”.

Pensa solo all’utilizzo nei social e su whatsapp per esempio.

In questo caso la Lingua è talmente cambiata da assumere una conformazione da Lingua della Strada.

Per esempio, suggerisce Ghena , nessuno usa più EGLI. L’abbiamo nella coniugazione dei verbi, Io, Tu, Egli, ma tutti utilizziamo, il LUI, pur consci che si tratta di un errore.

I social e in particolare whatsapp ci costringono alla sintesi. Nessuno si sognerebbe di scrivere “ Se lo avessi saputo, non sarei venuto… “ invece di: “Se lo sapevo, non venivo”

L’evoluzione e il cambiamento si notano specialmente nel linguaggio giovanile, che si sviluppa per rottura rispetto alle generazioni precedenti, e non per continuità, delimitandone di fatto l’appartenenza.

Se senti un dialogo pieno di “bella zio”, “bro” o espressioni tipo “quei due li scippo bene”,  se hai più di 16/18 anni pensi subito alla rapina,  ma in realtà nel linguaggio giovanile, vuol dire “ vedere bene insieme due persone” utilizzando “ scippare” come una variante dell’inglese “Relationship”.

Ecco ,se ti capita…
…sentiti molto “diversamente giovane”!!!😁

Corsi e ricorsi della Lingua

Non ci crederai, ma nel linguaggio giovanile e nei social, ritroviamo stranamente la nostra storia.

Questo è un estratto dei “Placidi Cassinesi” 960 d.C.

Scritto tutto con le K, come spesso si vede nei post e messaggi dei più giovani, oppure questa:

Iscrizione sulla tomba di Comodilla, VI Secolo.
Se noti la scritta “ NON DICERE ILLE SECRITA A VOCE”, è scritta tutto in maiuscolo, come si usa oggi online per “urlare”, ed è scritta senza spazi, come oggi si usa fare negli #hashtag.

La Lingua cambia in continuazione.

Il consiglio è che, dolenti o nolenti, ci conviene abbracciare questi cambiamenti linguistici, pena il blocco  della crescita delle nostre competenze linguistiche.

La famosa frase ”A me a scuola hanno insegnato così!”, è la fine della conoscenza linguistica, sostiene Ghena, crea immobilismo e ci rende pedanti.

Troppe certezze infatti, provocano il blocco della conoscenza.

Pensa che ai tempi di Leopardi era normali usare: abbi, vadi  ecc.. che oggi ci fanno pensare subito a  errori Fantozziani, tipo ” Fantozzi batti lei…” ed è solo un esempio di cambiamento.

Come fare per rimanere al passo?

  1. Coltivare il dubbio: farsi venire i dubbi sulla pronuncia per esempio (si dice púdico o pudíco?)
  2. Chiedersi sempre quando incontriamo una parola particolare: “si scrive in questo modo?”
  3. Confrontarsi sempre con parole nuove e sconosciute. In media conosciamo solo il 20% del lessico italiano.

Senza abusare degli inglesismi, che sono ottimi, se servono a descrivere in una parola  sola, concetti che in italiano prevederebbero un giro di parole immenso, vedi “Screenshot“, mentre “Location” decisamente non serve.  Dovrebbero essere, afferma Vera Gheno, usati come il peperoncino sulle pietanze, che se ne metti troppo copre tutti gli altri gusti.

Per concludere La Lingua è la norma che ci rende appartenenti ad una comunità, infatti il fatto di poter dare ad una parola un significato univoco, ci rende Italiani.

Quindi la Parola può essere utilizzata come verifica, per capire se l’interlocutore appartiene o meno al nostro gruppo.

Ti ricordi il pezzo di Aldo Giovanni e Giacomo della famosa “Cadrega”?  Eccolo, —> Link    e facciamo due  risate insieme.
Buona settimana

Daniele

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  Daniele Murgia

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Global Safe Insurance Broker, Speaker Televisivo, Esperto di Crescita Personale e Professionale.

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