Tempo di lettura: il tempo che ci vuole…
Ruminare:
ruminare v. intr. e tr. [lat. rūmĭnare, der. di rumen: v. rumine] (io rùmino, ecc.; come intr., aus. avere).
Pensare e ripensare, meditare e rimeditare, con l’idea di lenta e ripetuta ponderazione: le giornate passate a ruminare i sospetti, i rimorsi, le macchinazioni e le manie (Moravia). ◆ Part. pres. ruminante, anche come s. m. per indicare animali appartenenti al sottordine dei ruminanti (e, al plur., il sottordine stesso): il bue è un ruminante.
Non solo il bue rumina, anche l’uomo rumina…
… anche tu rumini?
Spesso e inconsapevolmente la nostra mente ci porta nel passato o nel futuro, privandoci della gioia di vivere il presente.
E’ un fenomeno scientificamente provato che viene definito “Overthinking” che nella sua subdola semplicità, è la fonte di moltissimi problemi.
Grazie ad un articolo segnalatomi dalla nostra attivissima Elisa, mi sono calato in questa analisi, per scoprire che, chi più o chi meno, tutti soffriamo di questo disturbo.
Cito testualmente l’articolo:
Cos’è l’overthinking
Il termine inglese “overthinking” significa letteralmente “pensare troppo” e si riferisce a uno stato mentale tipico della società contemporanea, afflitta com’è dal multitasking, da repertibilità H24 e da vite parallele sui social.
Pensare continuamente, intensamente e senza sosta, senza mai arrivare a una conclusione, non è una cosa buona. Alcuni di coloro che soffrono di overthinking dicono di non soffrirne affatto, nel senso che credono che sia positivo pensare tanto, quasi un sintomo di intelligenza insomma.
Purtroppo non è così: pensare troppo porta alla ruminazione, un’acerrima nemica della serenità, altamente dannosa per il benessere psico-fisico dell’uomo.
Un pensiero diventa mille pensieri che si susseguono come impazziti, ci provocano tanta confusione, mal di testa, stress e ansia.
Cosa provoca l’overthinking
L’overthinking causa uno stato di confusione mentale che ci immobilizza, cispaventa e dà il via a una spirale viziosa di frustrazione.
La spirale si inanella di cerchi infernali veri e propri, il peggiore dei quali è la ruminazione.
Ruminare (ossia pensare a cose negative senza che ci sia prospettiva né speranza di cambiamento) è una delle cause numero uno di depressione e di ansia.
È anche legata a disturbi da alimentazione incontrollata e a tanti altri comportamenti autodistruttivi, dalla droga all’alcolismo.
Non da ultimo, provoca insonnia e inficia la qualità del poco sonno che ci si riesce a concedere.
Insomma, l’overthinking è altamente dannoso e interferisce pesantemente con l’istinto alla sopravvivenza più importante dell’uomo: il problem-solving.
Pensare troppo non aiuta a risolvere i problemi, al contrario, complica ulteriormente la situazione e non permette di avere quella lucidità mentale che serve per prendere decisioni.
L’articolo oltre ad evidenziare il problema, consiglia anche delle contromisure, che ho provato a testare in questi giorni e devo dire che i risultati mi hanno decisamente sorpreso, tanto da indurmi alla condivisione in questo post.
Al primo posto come efficacia metterei la
Tecnica della dell’attenzione focalizzata.
Quando senti la mente vagare, incasinandosi in un labirinto di pensieri del passato o del futuro, senza via d’uscita, prova a descrivere in maniera oggettiva e senza fronzoli il luogo in cui ti trovi.
Catalogando…
Un esempio? “Dehor con pareti in vetro, tavolino in metallo, piante rampicanti ai lati, sedie in legno,quadro con mare e ombrellone, punto.”
Puoi passare in rassegna mille oggetti, l’importante è che il tono sia asciutto e privo di opinioni.
Devi focalizzare l’attenzione solamente su informazioni base, senza esprimere niente di più.
Prova questa tecnica per 3 minuti e poi mi dirai; a mio parere funziona perché il nostro cervello non è in grado, in barba al multitasking, di concretizzare due pensieri in simultanea, quindi la descrizione lo distoglie dal pensiero ruminante e lo riporta nel momento che stai vivendo ne famoso “Qui e Ora”
Altro consiglio interessante è quello di:
Trovare un mantra che fa per te e ripeterlo.
Partiamo subito dalla cosa più importante: la definizione.
“Mantra è una parola sanscrita, ovvero la lingua utilizzata dall’antica civiltà vedica.
La parola mantra è composta da man, che sta per “mente” e tra, che significa “proteggere”, “liberare da” o “strumento”.
Quindi possiamo considerare un mantra come uno strumento che ci permette di liberare la mente, sillabe sacre che aiutano la persona a immergersi completamente in una meditazione profonda, la quale diventa più efficace e permette di dare benefici allo spirito dell’individuo.
Se ripetuti nella giusta maniera, ovvero con la pronuncia e la preparazione mentale corretta, sono in grado di migliorare la nostra quotidianità con conseguenze tangibili, come un mood migliore, più consapevolezza o una maggiore serenità.” (Denise Dellagiacoma 2019)
Probabilmente adesso ti starai chiedendo: “Ma come funzionano i mantra? Come riescono a donarci degli effetti benefici?”
La risposta è semplice. I mantra sono suoni che producono particolari vibrazioni. Se ci pensi bene, anche noi stessi, i nostri pensieri e le nostre emozioni sono vibrazioni.
Quello più famoso e gettonato è l’Ohm, un vero e proprio cliché della meditazione che però funziona davvero.
Si tratta di una parolina magica con connotati religiosi però chiunque può farla propria, ripetendola a loop solo al fine di svuotare la mente e rilassarsi.
Trova il mantra che più si addice a te e ripetilo all’infinito.
Ecco una piccola lista:
- Mantra LAM – sblocca e attiva il primo chakra, Muladhara o chakra della radice
- Mantra VAM – sblocca e attiva il secondo chakra, Svadhisthana o chakra splenico
- Mantra RAM – sblocca e attiva il terzo chackra, Manipura o chakra solare
- Mantra YAM – sblocca e attiva il quarto chakra, Anahata o chakra del cuore
- Mantra HAM – sblocca e attiva il quinto chakra, Vishuddha o chakra della gola
- Mantra OM – sblocca e attiva il sesto chakra, Ajna o chakra del terzo occhio.
Bastano dai 2 ai 5 minuti per scacciare i pensieri, alleggerire la mente e tornare finalmente con i piedi per terra, nel qui e ora.
Sempre l’articolo segnalato riposta uno studio sconcertante:
Radicarsi nel presente per vivere felici
Molte ricerche rivelano qualcosa di assolutamente inquietante: gli esseri umani trascorrono tra il 46% e il 60% del proprio tempo a pensare al passato e al futuro. Quindi solamente il 40% della vita viene da noi trascorsa nel presente.
Siamo assenti per quasi la metà della nostra esistenza, il che è pazzesco. Quindi riuscire a tornare nel presente diventa una delle cose più importanti per un uomo.
Per farlo, basta poco: è necessario semplicemente smettere di fare ogni cosa, fermarsi e guardarsi attorno.
Descrivi quello che vedi senza esprimere giudizi e tornerete nel presente in maniera rapida, semplice e indolore.
Se proprio non riesci a praticare l’attenzione focalizzata, e neanche la meditazione con la ripetizione del mantra, ti do un consiglio inaspettato…
…Respira!!!
Il respiro è un’àncora che ci permette di fermarci e scendere a terra, nel presente. Mettiti sdraiato,
…vedrai come funziona!!
Con un grosso respiro ti saluto dal presente con una massima che spero ti induca ad una profonda rilfessione:
“Se si è depressi si vive nel passato, se si è ansiosi si vive nel futuro e se si è in pace si vive nel presente”. Lao Tzu
Buona settimana
Daniele
Per i tuoi commenti a scrivimi a info@danielemurgia.com
Daniele Murgia
E se l’articolo ti è piaciuto condividilo, te ne sarò grato.