Al solo pensiero di parlare in pubblico ti tremano le mani, ti si prosciuga la bocca e ti tremano le gambe?
Le prime volte è normale, ma non ti preoccupare perché come diceva Ralph Emerson:
“Tutti i grandi oratori, furono agli inizi dei pessimi oratori.”
Oggi mi piacerebbe suggerirti sulla base delle mie esperienze, alcuni consigli per parlare in pubblico.
Come avrai capito, tutte le mie attività lavorative ruotano su una matrice comune che è quella della comunicazione dal vivo o davanti ad una telecamera. il tutto incentrato sul parlare in pubblico, anche se a volte il pubblico è formato da una sola persona.
Pensandoci bene, mi sono reso conto che effettivamente il Public Speaking, non è solo andare sul palco e parlare ad una platea, ma è quel pianeta molto più vasto di attività, che noi facciamo tutti giorni quando parliamo con i nostri collaboratori, con i nostri cari, quando parliamo in un’aula ai nostri allievi oppure quando decidiamo di registrare un video divulgativo, piuttosto che un tutorial.
Nel mondo in cui viviamo per distinguersi bisogna diventare anche dei comunicatori abili, capaci di trasmettere con le parole il proprio lavoro dal vivo e davanti alla telecamera.
Ricorda: i dilettanti della comunicazione sono poco attrattivi a differenza dei professionisti della comunicazione che sono incredibilmente attrattivi.
Quindi fatti coraggio, fai una serie di tre respiri profondi e partiamo dalle basi.
Il primo compito di ogni oratore che si rispetti è come dice Chris Anderson fondatore di Ted il seguente:
“Il primo compito di ogni oratore é quello di trasferire nella mente degli ascoltatori un dono straordinario e meraviglioso che chiamiamo idea.”
Se vuoi approfondire il concetto ti consiglio il video super interessante di Chris Anderson dove spiega i segreti dei migliori oratori, passati negli anni nelle serate del TEDX. lo trovi qui.
La capacità di trasferire quest’idea, cioè quello che noi abbiamo nella nostra mente alla mente degli altri,è una capacità che bisogna apprendere e sicuramente allenare.
Fortunatamente ci sono dei consigli di base che possono essere fatti nostri per poter affrontare in maniera più serena e rilassata una platea o semplicemente registrare un video da postare su Facebook/Instagram/YouTube, oppure sulla tuo sito internet.
Trattandosi di un argomento vasto che vorrei affrontare in modo “pratico e funzionale”, ho cercato di raccogliere le mie esperienze degli anni per trovare i giusti consigli applicabili da subito senza tanta teoria.
Riflettendoci mi sono reso conto che ci sono tecniche e modalità diverse, che variano a seconda del tipo di comunicazione che per praticità suddividerei in:
- Parlare ad un pubblico in sala/aula
- Parlare ad una telecamera, per cui ad un pubblico che non vedi.
Entrerò nello specifico delle due modalità apparentemente simili, ma una fase li accomuna tutte e due, e cioè il “Prima” e va trattato “Prima” di tutto…
Il Prima:
Innanzitutto è fondamentale avere l’idea ben chiara nella nostra testa.
Conoscere esattamente l’argomento, padroneggiarlo ed essere autorevoli in merito.
Mi spiego meglio sul concetto di autorevolezza…
…la domanda da porsi è la seguente:
“Saprei parlare per 20 minuti di questo argomento di fronte ad un interlocutore particolare, che ne so il “Direttore dell’agenzia dell’entrate ” (esempio fatto a caso, forse suggeritomi inconsciamente dalla scadenza odierna?) Saprei trasferire tutta la mia conoscenza, competenza e passione in modo da coinvolgerlo?
Lo sai che ogni volta che parli in pubblico, dal vivo o nei video, stai costruendo o distruggendo la tua credibilità?
Quindi l’intervento deve essere pianificato nei minimi particolari a tavolino, scritto e verificato parola per parola. I concetti devono essere molto chiari e devi avere ben chiaro l’ordine in cui li vuoi trasmettere, e le idee fondamentali che vuoi che le persone si portino a casa.
Non fartii ingannare dagli oratori che sembrano andare a “braccio”. L’apparente “disinvoltura” e addirittura le gaffes, sono Il frutto di decine di ore di allenamento e ripetizioni infinite.
Come in tutte le attività la “ripetizione crea l’abilità” e, se una parte di “talento naturale” può sicuramente rendere il percorso più facile, la pratica è imprescindibile se vuoi ottenere risultati importanti.
Una curiosità: lo sai che ci sono i campionati Italiani, Europei e Mondiali di Public Speaking?
Ebbene sì, il campione del mondo in carica è Aaron Beverly. scoprilo qui.
Quindi tornando a noi, una volta stabilito e corretto il copione, è importante osservarsi e misurarsi.
E’ fondamentale esercitarsi e ripetere il più possibile la presentazione, magari coinvolgendo amici, colleghi e parenti.
Altro passaggio importante specie se non abbiamo “pazienti cavie” a cui sottoporre la nostra presentazione, è quella di registrarsi.
Basta anche la telecamera del tuo smartphone o la webcam del tuo pc, ben posizionata e in modo naturale provi la tua presentazione e poi la rivedi con spirito critico.
Questa tecnica ti sarà utilissima per eliminare i tentennamenti (tipo uhmmmmmm… volevo dire…. ), le pause inopportune nonché le parole velenose, verificare se ti sei dimenticato qualcosa o hai invertito delle slide.
Inoltre ti darà la possibilità di cronometrare il tuo intervento e verificarne la lunghezza ed eventualmente “tagliare” o “aggiungere” parti per adattarlo al tempo che ti viene concesso.
Avrai anche la possibilità di verificare la “varietà della voce” e capire come modulare tono, velocità e pause, ma di questo ne parleremo più avanti.
Solo un’anticipazione a proposito di velocità: a causa dell’adrenalina, sul palco e davanti alla telecamera, si tende a parlare più velocemente, per cui bisogna tenerne conto, onde evitare andare fuori tempo o peggio di non essere capiti,
Io combatto ogni volta con la velocità e cerco sempre di tenere presente il prezioso consiglio di Mike Bongiorno, trasferitomi da Mario Parravicini, grande cameraman con cui ho avuto il piacere di lavorare e ai tempi collaboratore del grande Mike:
“Per risultare comprensibili, non bisogna dire più di 30 parole al minuto.”
Altro pilastro da allenare nel “prima” è il tono della voce.
Bisogna utilizzare la “varietà vocale”.
Anche il relatore più preparato con una grandissima competenza e un livello di cultura fenomenale, utilizzando un eloquio monocorde può risultare asfaltante per la platea, che inevitabilmente si addormenta.
Per allenare la varietà, bisogna far propri i concetti divulgati da Ciro Imparato su come ” Colorare la propria voce.”…
PS: Se vuoi seguirmi su instagram: danielemurgia65