Un libro su un grande capitano d’impresa, che ha saputo coniugare la sua Italianità ad un profondo percorso diprofessionale nel mondo. Un ritratto aziendale dell’uomo che ha guidato Fiat alla rinascita, un uomo con tante contraddizioni, ma anche delle linee guida interiori ben tracciate.
O lo si ama o lo si odia.
Alla luce dei risultati ottenuti, però una disamina è perlomeno necessaria.
Libro affascinante.
«Negli ultimi quattordici anni, prima in Fiat, poi in Chrysler e infine in Fca, Sergio è stato il miglior amministratore delegato che si potesse desiderare. È stato grazie al suo intelletto, alla sua perseveranza e alla sua leadership se siamo riusciti a salvare l’azienda. Saremo sempre grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per aver reso possibile ciò che pareva impossibile.» Con queste parole John Elkann, presidente e principale azionista di Fca, ha annunciato ai dipendenti l’addio di Sergio Marchionne, pochi giorni prima della sua morte. Italiano d’origine e nordamericano di formazione, è stato un capo azienda di ampia visione, e tra i simboli manageriali di un’epoca, quella del capitalismo globale ai tempi della peggiore crisi economica dal 1929.
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