Ciao *|FNAME|*,
a grande richiesta un nuovo post del nostro mirabolante Giando.
La mia mail è stata letteralmente invasa dai complimenti da ogni dove, per il suo primo Guest Post, quindi ho deciso di regalarvi un’altra storia da gustare nel fine settimana.
Oggi con il suo racconto ci porta a riflessioni interessanti tenendoci per mano, con il suo stile particolare e coinvolgente.
Ci accompagnerà addirittura a casa sua per mostrarci con un esempio pratico dell’inventiva e capacità di adattamento dell’uomo, che rendono grande l’uomo.
Del resto come diceva Darwin:
“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.”
La parola scritta a Giando…
GLI (IN)FLESSIBILI
Mai come oggi si parla di resilienza ma, forse , sarebbe giusto farci una riflessione.
Il Mondo si divide in due grandi metà: chi combatte e chi subisce.
E, la schiera dei “guerrieri”, vanta due grandi sottogruppi che si possono identificare in queste frasi:
- Mi piego ma non mi spezzo
- Mi spezzo ma non mi piego
Non credo ce ne sia una giusta ed una sbagliata in assoluto ma, a seconda delle situazioni, bisognerebbe chiedersi: davvero voglio tornare ad essere come prima?
Oppure è corretto arrivare alla rottura senza trovare compromessi?
La risposta (anche in questo caso) è sempre dentro di noi.. solo che non siamo abituati a leggerci e fatichiamo a ragionare fuori dagli schemi per avere ben chiaro il contesto.
Resilienza, resistenza, integrità ed inflessibilità sono concetti relativi perché la correttezza della loro applicazione sta in un’unica parola: RISULTATO
Questo pensiero mi ha portato ad una considerazione:
IO NON VOGLIO TORNARE “COME PRIMA”
Se una persona ci lascia il primo pensiero è: “vorrei che tornasse tutto come prima”.
SBAGLIATO!
Perché se una relazione finisce ci saranno stati dei segnali che non abbiamo colto o delle incompatibilità che non abbiamo compreso.
Se perdiamo un lavoro diciamo: “vorrei tornasse tutto come prima”.
SBAGLIATO!
Probabilmente non eravamo tagliati per quell’incarico oppure eravamo circondati da persone incapaci di valutare il nostro operato.
Ora che siamo agli “arresti domiciliari” urliamo a gran voce: “vorrei tornasse tutto come prima”.
SBAGLIATO!
Perché questa situazione ci deve lasciare insegnamenti e cicatrici per essere persone migliori di quanto lo siamo state fino ad ora.
Il concetto di “resilienza”, quindi, andrebbe adottato come capacità di adattarsi al cambiamento ma… non per tornare alla forma originale.
Bensì ad una forma MIGLIORE.
Vi faccio un piccolo esempio di “capacità di adattamento” tanto cara a Daniele.
Ho sempre desiderato un biliardo e, quando sono riuscito ad avere una casa con lo spazio sufficiente per contenerlo, l’ho comprato.
Al suo arrivo… “piccolo” problema: non sarebbe mai passato dalla scala che porta alla taverna.
L’inflessibile l’avrebbe rispedito al mittente.
Il resiliente l’avrebbe smontato pezzo a pezzo per rimontarlo nell’ubicazione prevista.
Io invece… ho abbattuto un muro per farlo passare!
Ho risolto il problema e ho sfruttato la situazione (a metà tra il comico ed il paradossale) per sostituire parte di quel muro con un vetro che ha dato nuova luce agli ambienti.
RISULTATO?
Il biliardo è in taverna, il muro è migliore e presto vi straccerò tutti a carambola!
“Se in un primo momento l’idea non è assurda, allora non c’è nessuna speranza che si realizzi” (A. Einstein)
Ben fatto Giando.
Io conoscevo la storia perché l’avevo sentita in fase d’opera e mi aveva sicuramente colpito per la positiva risoluzione, come penso abbia colpito voi.
Il pensiero del cambiamento è sviluppato in modo efficace e riprende un pensiero sulla resilienza e Anti-fragilità espresso nel post:
Dialogo tra menti distanti ma unite: l’altra faccia della Fragilità, che vi invito a leggere se ve lo siete perso.
Unico problema, che adesso oltre al nostro Aperitivo per l’Allenza di Cervelli a cui dobbiamo partecipare numerosissimi, ora ci toccherà organizzare anche un mini torneo di Carambola.
Giando, prepara birre a gogo…
Buon fine settimana a tutti.
Daniele
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SCRITTO DA
Gian Domenico Peloso
Mi presento: sono Gian Domenico Peloso (per gli amici Giando) e sono nato l’ 8/5/74 a Pavia.
Armato di sana curiosità mi sono diplomato Perito Chimico, ho frequentato il biennio di Ingegneria Edile, ho svolto il servizio militare nei Carabinieri e, poco più che ventenne me ne sono andato di casa per inseguire le mie passioni.
La mia realizzazione più grande è stata trasformare le passioni in lavoro: l’amore per le auto si è trasformata in una carriera nell’automotive che mi ha visto venditore, direttore di filiale ed ora mi sto formando come Audi prima scelta plus Manager per la “Fratelli Giacomel”.
La curiosità per il fantastico mondo del commercio ha fatto di me anche un imprenditore e, negli anni, ho aperto un’agenzia immobiliare, un bar, un chiosco ed una discoteca.
La ricerca del particolare mi ha permesso di comprare e ristrutturare case che ho abitato, venduto e affittato. Ed il poco tempo libero che rimane lo dedico alla beneficenza come portavoce e membro della commissione progetti del “Rotary Club Pavia est Terre Viscontee”, revisore dei conti per “AIDO” e collaboratore del presidente di “YAC Italia” (Young Against Cancer).
Cerco di migliorarmi e formarmi ogni giorno grazie alla carica di vicepresidente del circolo culturale “Noi Repubblicani” e sostenitore del progetto “Necchi Pavia Italia” collaborando attivamente col Comune di Pavia per organizzare mostre, eventi e urbanizzazione sostenibile.
Amo i problemi perché stimolano la ricerca di soluzioni e credo che il Mondo sia un enorme parco giochi il cui prezzo del biglietto lo decidiamo noi.
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Daniele Murgia
#andratuttobene
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