Forse sei già felice, e non lo sai. Non lo sai perché ti sei raccontato una storia completamente diversa. Non lo sai perché ti sei caricato di aspettative troppo più grandi di te. Non lo sai perché ti sei infarcito la testa di tutto ciò che gli altri ti hanno sempre detto, anche quando non corrispondeva minimamente al vero. E, non lo sai perché non hai ancora letto l’ultimo capolavoro di Paolo Borzacchiello.
In un mondo che scalpita di guru pronti a darti la ricetta perfetta per svoltare la vita, per dimagrire, per tornare in forma in men che non si dica, farsi strada con libri seri, basati su ricerche scientifiche, validate e attendibili, è sempre una strada tortuosa. Una strada tortuosa che intraprende chi sa che, in quelle curve troppo strette, può non rimanerci secco. Una strada tortuosa che intraprende chi guarda a quelli che non si accontentano, che riflettono, che non danno per buono il primo corso che gli passa sotto gli occhi. Perché questo è un libro per chi vuole crescere, chi vuole capire come funziona il cervello, e capirsi un po’ di più. Un libro che ti parla al presente, a quello che sei e sai oggi, ma semina per il futuro, per quello che tu vorrai essere e vorrai diventare domani.
Parole e sfide si mescolano. Capitolo dopo capitolo puoi metterti alla prova, per sperimentare tutto quello che ti sembra lontano, ma non lo è affatto. Capitolo dopo capitolo inizi a prendere un po’ più in mano la tua vita, a capire le parole che ti limitano, o le parole che, mentre le dici, limitano un po’ gli altri. Perché siamo gli attori della nostra vita, o, almeno, auspichiamo ad esserlo, ma, spesso, ci imponiamo come attori anche della vita altrui. Quando, invece, dovremmo essere degli spettatori, attivi, sì, ma sempre spettatori. Così come dovremmo assumere il controllo della nostra vita, cercare di darle il volto che vogliamo, narrare la nostra storia con parole che la amplino, invece di chiuderla ed etichettarla nei modi più disparati, che ci fanno solo soffrire e cadere nei soliti errori.
Potremmo iniziare a farlo usando parole nuove, come ci insegna Paolo. Dire eccitazione invece che ansia, felicità invece che tristezza. E mille altre ancora. Utilizzare le cosiddette parole-risorsa. Quelle che ti danno la spinta per vivere bene, o di certo un po’ meglio di come vivi oggi. Parole che sono la benzina da mettere nella tua macchina, nella tua vita. Il tutto che ti fa splendere più di quanto tu già non faccia. Basta trovare, per ogni parola che ci rallenta, almeno una da poter utilizzare al suo posto. Perché, se cambiamo le parole che abbiamo in testa, cambiamo anche i nostri pensieri, e i nostri comportamenti. Cambiamo anche un po’ noi, e con noi cambia anche la percezione che abbiamo del mondo.
Siamo il frutto di bias mentali, stereotipi e pregiudizi: questo non possiamo cambiarlo. Possiamo imparare, però, a limitare questo misterioso cocktail, a capire dove finiamo noi, con il nostro raziocinio, e dove inizia il profluvio di strategie mentali che ci portiamo dietro. Possiamo iniziare a vivere solo di pieni, e a lasciare andare quelli che consideriamo vuoti, che tanto sempre pieni rimangono.
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