Si è sempre fatto così.
Stefano l’’avrai sentito ripetere in più di una volta, vero?
Qual è stata la tua reazione?
Lo chiedo perché questa è un’affermazione talmente assurda da provocarmi un brivido lungo la schiena, e solitamente il mio cervello rettile mette subito in circolo adrenalina e si prepara al combattimento o alla fuga.
Ma prima di vedere come la si può combattere, oppure fuggirne, permettimi di raccontarti una storiella che ho letto tempo fa su un libro di formazione, di cui non ricordo il titolo, ma la storiella si.
Mi piacque molto, tanto da trascriverla nei miei appunti, e ora a distanza di anni te la propongo.
IL TACCHINO.
A quei tempi ero un ragazzino e vidi mia madre preparare il tacchino per la festa del ringraziamento. Durante la preparazione mi accorsi che tagliava via le estremità, praticamente la testa e la “coda”.
Chiesi: “Mamma ma perché tagli testa e coda?”
E lei rispose: “È la ricetta, me l’ha insegnata la nonna!”
Non ne capivo il senso ed ero un ragazzino curioso. Presi il telefono e chiamai la nonna: “Ciao nonna, perché nel tacchino tagli la testa e la coda?”
La risposta fu la stessa: “L’ho visto fare da mia mamma“.
La mia curiosità era ancora viva e per fortuna la mia bisnonna a quei tempi era ancora viva, ma non aveva il telefono e dovetti andarla a trovare di persona.
“Bisnonna, perché quando cucinavi il tacchino tagliavi la testa e la coda?”
“Ehhh, sai, ai miei tempi era tutto diverso. Non avevamo dei forni grossi come quelli di oggi. Per far stare il tacchino dentro il forno ero costretta a tagliarne via una parte. Invece di togliere la parte centrale che era la più gustosa tagliavo via le estremità.”
Questa storiella fa sicuramente sorridere, ma nasconde una verità estremamente attuale.
Buttare una parte di tacchino senza motivo, solo perché una volta si faceva così, è stupido. Ma hai notato quanto spesso si fa così?
Succede nel lavoro, così come nella sfera personale e si continuano a “fare cose” solo perché “si è sempre fatto così“,a volte senza nemmeno capirne il senso.
Abitudine?
Sicuramente un’ “abitudine malefica” e un bel mix di “zona di comfort”, “pigrizia”, unita ad un pizzico di “rimandite”.
Un cocktail con effetti dannosi e destabilizzanti
Si è sempre fatto così è l’antitesi dell’evoluzione, del miglioramento, del raggiungimento di obiettivi quali che essi siano e…. della felicità.
Ecco perché prenderne le distanze è il solo modo di combatterla.
Charles F. Kettering, è stato uno dei più prolifici inventori del XX secolo e la sua celebre frase riassume in maniera molto precisa una dura realtà:
“Le persone sono assolutamente aperte nei confronti delle novità, la cosa importante è che le cose nuove siano assolutamente identiche a quelle vecchie“.
Pensa se tutti i grandi innovatori del passato avessero fatta propria questa frase…
… pensa a Henry Ford, a Steve Jobs, a Edison o al più contemporaneo Elon Musk o Jeff Bezos, secondo te l’hanno mai detta questa frase?
” Si è sempre fatto così “ è tutto ciò da cui hanno preso le distanze i personaggi di successo della nostra storia.
“Si è sempre fatto così”…
…Immaginati Stefano, uno scenario in cui questa frase fosse stata la regola seguita da tutti.
Come te la immagineresti la tua vita ?
Probabilmente anziché usare la chat di Whatsapp staresti incidendo alcuni simboli sulla pietra. Invece di indossare un completo gessato e dei jeans o se preferisci una gonna andresti in giro coperto da qualche pelle di animale.
Al calar della notte anziché dormire su un morbido materasso saresti sdraiato per terra o su delle frasche in una buia caverna.
Impensabile vero?
Albert Einstein diceva spesso:
“Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.”
Allora Stefano, ti chiederai:
“Siccome non siamo tutti geni, cosa si posso fare nel mio piccolo?”
Provo a darti una mia personalissima chiave di lettura semplice ed efficace:
Per prima cosa prendi le distanze da questa frase e comincia pian piano ad uscire dalla tua zona di comfort.
Muovi i tuoi primi passi su terreni inesplorati, che possono certamente far paura e dove ti potrai trovare destabilizzato/a e disorientato, ma credimi è l’unica strada e non esistono scorciatoie.
Se continuerai a fare le stesse cose non ne potrai imparare di nuove e così facendo continuerai ad essere la stessa persona.
Per quello che riguarda le abitudini, (che non sono da vedere esclusivamente in chiave negativa) sostituisci quelle depotenzianti con nuove e potenziantiche ti possono dare nuove sicurezze, aiutarti nel tuo percorso in nuovi terreni, ma sempre nell’ottica del miglioramento e della crescita.
A tal proposito la mia Pusher personale di libri (…e si, ho anche io i miei canali di approvvigionamento “speciali” e insostituibili…) mi ha appena consigliato un libro molto interessante che parla proprio di abitudini e che si sposa come il cacio sui maccheroni con l’argomento di oggi e che ti consiglio caldamente:
“Fattore 1% – Piccole abitudini per Grandi Risultati” di Luca Mazzucchelli
Per quello che riguarda le pigrizia e rimandite, gli altri due ingredienti del cocktail malefico, ecco cosa fare:
Leggi attentamente la storia che segue e traine tu gli insegnamenti del caso:
Se prendi un rospo, lo metti in una pentola con l’acqua e lo porti sul fuoco, osserverai una cosa interessante: il rospo si adatta alla temperatura dell’acqua, rimane dentro e continua ad adattarsi all’aumento di temperatura.
Però quando l’acqua arriva al punto di bollire il rospo vorrebbe saltare fuori dalla pentola ma non riesce perché è troppo indebolito e stanco a causa degli sforzi che ha fatto per adattarsi alla temperatura.
Alcuni direbbero che ciò che ha ucciso il rospo è stata l’acqua bollente … ciò che ha ucciso il rospo invece è stata la sua incapacità di decidere quando saltare fuori.
Perciò smettila di “adattarti” a situazioni sbagliatei, amici parassiti e tante altre faccende che ti “scaldano”.
Se continui ad adattarti corri il rischio di “morire” dentro…. Salta fuori finché sei in tempo.
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